Mario Tozzi OPERE
Mario Tozzi nasce il 30 ottobre 1895 a Fossombrone, in provincia di Pesaro-Urbino, ma trascorre l’infanzia a Suna, sulle rive del Lago Maggiore. Figlio di un medico appassionato di letteratura, Tozzi mostra sin da giovane una naturale inclinazione per il disegno. Dopo aver abbandonato gli studi di chimica, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1913, dove entra in contatto con Giorgio Morandi e Osvaldo Licini. Congedato dalla Prima guerra mondiale, si trasferisce a Parigi nel 1919 con la moglie Marie-Thérèse Lemaire, dando inizio a una carriera artistica internazionale che lo porterà ad essere uno dei più rilevanti esponenti del Novecento italiano.
Mario Tozzi pittore
La parabola artistica del pittore Mario Tozzi inizia in modo ufficiale nel 1913, quando si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua formazione accademica, maturata accanto a nomi come Morandi e Licini, rappresenta il primo passo verso una carriera che si svilupperà in ambito internazionale. Dopo la guerra, nel 1919, Tozzi si stabilisce a Parigi, una scelta fondamentale per la sua crescita come artista. Qui partecipa ai principali Salons, tra cui il Salon des Artistes Indépendants e il Salon d’Automne, e si impone presto per il suo stile lineare, plastico, di grande rigore formale.
Come pittore, Mario Tozzi si distingue negli anni Venti per una pittura essenziale, classica e innovativa al tempo stesso. Le sue opere riflettono una sintesi tra la tradizione italiana e l'influenza delle avanguardie francesi. Nel 1926 fonda a Parigi il Groupe des Sept, insieme a Campigli, De Pisis, De Chirico, Savinio, Paresce e Severini. Conosciuti come “Les Italiens de Paris”, questi artisti rappresentano la presenza più vivace dell’arte italiana nella capitale francese.
Tra il 1936 e il 1938, Mario Tozzi si dedica anche all’arte dell’affresco, realizzando decorazioni importanti a Roma, come quella del salone centrale del Comando Generale della Milizia, e nel 1938 a Milano, presso il Palazzo di Giustizia. La sua fama cresce, tanto da ricevere la Legion d’Onore dal governo francese. Tuttavia, problemi di salute lo costringono a un rallentamento, segnando un periodo di riflessione negli anni Quaranta e Cinquanta.
Nel 1958, con una mostra personale alla Galleria Annunciata di Milano, Mario Tozzi torna alla ribalta artistica, presentando opere nuove caratterizzate da "fondi bianchi" e una predilezione per i volti femminili. Questo ciclo segna una rinascita per il pittore, che negli anni successivi alterna soggiorni a Roma, Suna e Parigi. Alla sua morte, avvenuta nel 1979 a Saint-Jean-du-Gard, lascia un’eredità artistica vasta e significativa. La pubblicazione del Catalogo Ragionato Generale dei Dipinti nel 1988 conferma il suo ruolo centrale nella storia dell’arte del Novecento italiano.
Mario Tozzi quotazioni
Le quotazioni di Mario Tozzi sul mercato dell’arte riflettono la rilevanza storica e artistica del suo percorso. I suoi dipinti ad olio, soprattutto quelli realizzati negli anni Venti e Trenta e i celebri fondi bianchi degli anni Sessanta, sono tra le opere più ricercate dai collezionisti e dalle case d’asta. Le quotazioni per questi lavori possono superare i 30.000 euro, in particolare quando si tratta di opere con provenienza documentata o incluse nel Catalogo Ragionato.
Anche i disegni di Tozzi godono di buona considerazione, soprattutto quelli su carta realizzati negli anni del suo esilio francese o durante i soggiorni a Suna. I valori di mercato per questi lavori si aggirano generalmente tra i 2.000 e i 5.000 euro, a seconda del soggetto e delle dimensioni.
In particolare, le litografie a colori e le acqueforti di Mario Tozzi rappresentano un segmento accessibile ma significativo della sua produzione. Le litografie, spesso dedicate a ritratti femminili o composizioni astratte, sono quotate tra i 500 e i 1.500 euro. Le acqueforti, meno frequenti ma di forte impatto visivo, possono raggiungere valori simili, specie se firmate e numerate.
Le quotazioni di Mario Tozzi risultano in crescita negli ultimi anni anche grazie al lavoro dell’Archivio Mario Tozzi, ufficialmente riconosciuto nel 2021 dal Ministero della Cultura come di interesse storico particolarmente importante. La pubblicazione online del catalogo generale e le mostre retrospettive hanno contribuito ad aumentare la visibilità del suo lavoro, spingendo verso l’alto i valori di mercato.
Collezionare un’opera di Tozzi oggi significa non solo investire in un grande nome del Novecento italiano, ma anche contribuire alla riscoperta di un maestro che ha saputo coniugare classicismo e modernità in un linguaggio pittorico unico e riconoscibile.
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