Enrico Paulucci, conosciuto anche come Paulucci delle Roncole, è stato un rinomato pittore italiano, nato nel 1901 a Genova e scomparso nel 1999 a Torino. Figlio del generale marchese Paolo Paulucci delle Roncole e di Amalia Mondo, originaria di Montegrosso d'Asti, Enrico Paulucci trascorre la sua adolescenza a Torino, dove intraprende gli studi classici e si laurea sia in Scienze Economiche che in Legge.
Fin da giovane manifesta un grande interesse per la pittura e, mentre frequenta l'università, inizia a esporre le sue opere nelle mostre locali. In questo periodo entra in contatto con il movimento futurista e stringe amicizia con importanti pittori torinesi come Felice Casorati, Lionello Venturi ed Edoardo Persico.
Nel 1928, Enrico Paulucci si reca a Parigi, dove approfondisce la conoscenza della pittura francese, dall'Impressionismo in avanti, e si ispira all'opera di artisti come Pablo Picasso, Henri Matisse, Raoul Dufy e Georges Braque. Tornato a Torino nel 1929, Enrico Paulucci si unisce agli amici Gigi Chessa, Carlo Levi, Nicola Galante, Francesco Menzio e Jessie Boswell per fondare il Gruppo dei Sei di Torino. Il gruppo è ispirato alla pittura francese postimpressionista e si oppone al nazionalismo e all'autarchia che minacciano l'arte dell'epoca. Il Gruppo dei Sei organizza numerose mostre, tra cui la loro prima esposizione in un magazzino precedentemente adibito a deposito di tappeti nella Galleria Lombardi. Anche se il gruppo si scioglie nel 1931, Paulucci, Menzio e Levi continuano a esporre insieme in varie città europee.
A Torino, fonda lo studio Casorati-Paulucci insieme a Felice Casorati, dove organizza molte mostre d'avanguardia, inclusa la prima mostra italiana dell'arte astratta del gruppo milanese del Milione. Enrico Paulucci è anche coinvolto nella direzione dello studio La Zecca.
Nel 1938, fonda e dirige il Centro delle Arti di Torino, che ospita mostre di artisti emergenti. Nel 1939, Enrico Paulucci è chiamato a insegnare pittura all'Accademia Albertina, dove in seguito diviene anche direttore nel 1955. Il suo insegnamento si caratterizza per l'apertura mentale e l'assenza di pregiudizi accademici, introducendo gli studenti all'arte di Cézanne e dell'Impressionismo, fino ad allora poco conosciuti in Italia. Tra i suoi allievi più noti ci saranno Mario Davico e Mattia Moreni, quest'ultimo diventato uno dei principali esponenti del naturalismo astratto italiano.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo studio e la scuola di Enrico Paulucci vengono distrutti, costringendolo a trasferirsi a Rapallo. Dopo la fine della guerra, torna a Torino e tiene sua prima mostra dedicata alle Barche presso la Galleria La Bussola. Nel corso della sua carriera, riceve numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Michetti nel 1958 e il Premio Cesare Pavese nel 1995. Espone anche alla Biennale Internazionale d'Arte di Venezia nel 1954 e nel 1966, ottenendo una sala personale in entrambe le edizioni.
>Negli ultimi anni, Enrico Paulucci continua a esporre le sue opere in mostre personali e collettive in varie città italiane, tra cui Torino, Venezia, Genova, Messina e Rapallo. La sua attività artistica non si limita alla pittura, ma si estende anche al design, alla grafica pubblicitaria e alla scenografia teatrale e cinematografica. Collabora con importanti registi e artisti, tra cui Mario Soldati, Carlo Levi, Alessandro Blasetti, Alberto Moravia e Giorgio Strehler.
Enrico Paulucci muore a Torino all'età di quasi 98 anni. Il suo appartamento nel centro storico di Torino ospita ora un archivio che documenta la sua carriera artistica. L'artista ha sempre mantenuto un forte legame con la Liguria, in particolare con Genova, influenzando notevolmente la sua produzione artistica.
I soggetti ricorrenti delle sue opere sono paesaggi, figure, marine e nature morte, utilizzando principalmente tecniche come l'olio, la gouache e la grafica. La sua eredità artistica è celebrata in numerose mostre e rassegne, sia in Italia che all'estero. Enrico Paulucci è stato un artista poliedrico che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico italiano del XX secolo. La sua dedizione all'arte, la sua ricerca costante e la sua apertura verso nuovi linguaggi espressivi lo hanno reso un punto di riferimento per molti artisti successivi.
Espressionismo