Robert Indiana, nato come Robert Clark il 13 settembre 1928 a New Castle, Indiana, è stato un artista statunitense associato al movimento della Pop Art. Sin dagli anni '60, Indiana ha svolto un ruolo centrale nello sviluppo dell'arte dell'assemblaggio, dell'hard-edge e della pop art, diventando una delle figure preminenti dell'arte americana.
Sin dalla sua infanzia, Robert Indiana dimostra un talento artistico evidente, incoraggiato da un insegnante di prima elementare che lo spinge a perseguire la carriera artistica. Dopo aver frequentato la Arsenal Technical High School di Indianapolis, Indiana studis all'Art Institute di Chicago, alla Skowhegan School of Sculpture and Painting nel Maine e all'Edinburgh College of Art in Scozia.
Nel 1956, si trasferisce a New York, dove incontra Ellsworth Kelly e si stabilisce a Coenties Slip, una comunità di artisti che includeva Kelly, Agnes Martin, James Rosenquist e Jack Youngerman. L'ambiente di Coenties Slip ebbe un profondo impatto sul lavoro dell'artista, che inizia a creare opere che incorporavano parole e numeri, ispirandosi a materiali trovati nei magazzini abbandonati della zona. Le opere di Indiana spesso presentano immagini audaci e iconiche, come numeri e parole brevi come EAT, HUG e LOVE.
La sua opera più nota è senza dubbio la parola LOVE, che è stata creata per la prima volta nel 1964 per una cartolina natalizia del Museum of Modern Art. Questa immagine è diventata un'icona dell'arte moderna ed è stata riprodotta su francobolli e innumerevoli prodotti. Robert Indiana si è distinto dagli altri artisti pop affrontando importanti questioni sociali e politiche e incorporando riferimenti storici e letterari nelle sue opere. Ha esplorato l'illusorio sogno americano, utilizzando parole e numeri per creare connessioni e percezioni nella mente dello spettatore. Le sue opere sono caratterizzate da forme geometriche simmetriche e colori vivaci, che richiamano le influenze della pubblicità e dei mass media.
Oltre alla pittura e alla scultura, Robert Indiana ha realizzato un significativo numero di stampe, collaborando anche con il poeta Robert Creeley. Ha lavorato come scenografo e costumista teatrale, contribuendo alla produzione de La madre di tutti noi (The Mother of Us All) di Virgil Thomson nel 1976.
Nel 1978, ha deciso di allontanarsi dal mondo dell'arte di New York e si è trasferito sull'isola remota di Vinalhaven nel Maine, dove ha continuato a creare opere ispirate al suo nuovo ambiente. Ha lavorato a una serie di dipinti ispirati ai dipinti dell'artista Marsden Hartley, che ha vissuto sull'isola nel 1938.
Le opere di Indiana sono state esposte in numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo, e molte di esse fanno parte delle collezioni permanenti di importanti musei, tra cui il Museum of Modern Art e il Whitney Museum of American Art di New York, la National Gallery of Art e il Museum of Modern Art di San Francisco.
Robert Indiana è morto il 19 maggio 2018 nella sua casa di Vinalhaven, poco prima dell'apertura della sua retrospettiva di scultura alla Albright-Knox Art Gallery. La sua eredità come uno dei protagonisti della Pop Art americana e la sua capacità di creare opere che esplorano l'identità americana e il potere del linguaggio continuano ad avere un impatto duraturo sull'arte contemporanea.
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