ENRICO CASTELLANI
Enrico Castellani, nato a Castelmassa, in provincia di Rovigo, il 4 agosto 1930, è stato uno dei più influenti artisti italiani del secondo dopoguerra e una figura cardine della pittura europea del Novecento. Fin da giovane si dimostra attratto dall'arte in tutte le sue forme: studia arte, scultura e architettura, avviando così una formazione completa che in futuro confluirà nella sua inconfondibile cifra espressiva. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, si trasferisce nel 1952 a Bruxelles dove prosegue gli studi presso l’École Nationale Supérieure de la Cambre, laureandosi in architettura nel 1956.
Nel 1957 rientra in Italia e si stabilisce a Milano, centro nevralgico della scena artistica contemporanea. Qui stringe un’intensa amicizia con Piero Manzoni, con cui condivide ideali artistici e fonda la rivista Azimuth, punto di riferimento per la nuova avanguardia italiana. Il sodalizio con Manzoni e la vicinanza ad artisti come Agostino Bonalumi porteranno alla nascita di una nuova corrente che rompe con la tradizione pittorica precedente. Il pittore Castellani si distingue immediatamente per la sua indagine sullo spazio, il ritmo e la superficie.
Dopo una prima fase influenzata dall’action painting americana e da artisti come Mark Tobey, Castellani abbraccia un nuovo linguaggio radicale. È il 1959 quando realizza la sua prima superficie estroflessa, opera in cui la tela, modellata dall’interno con chiodi e strutture rigide, diventa non più supporto ma protagonista. È l’inizio di una poetica rigorosa e coerente che abbandona ogni riferimento figurativo e propone uno spazio visivo fatto di luci e ombre mutevoli, in un rapporto continuo con l’ambiente e la percezione dell’osservatore.
Le superfici di Castellani, spesso bianche o monocrome, riflettono la sua idea di “ripetizione differente”, dove l’uniformità apparente nasconde una complessa organizzazione di pieni e vuoti. Le sue opere diventano celebri in tutta Europa e oltre, portandolo ad esporre alla Biennale di Venezia già nel 1964, e poi di nuovo nel 1966 con una sala personale, nel 1984 e nel 2003. È presente al MoMA di New York nel 1965 nella celebre mostra The Responsive Eye, e alla Biennale di San Paolo dello stesso anno.
Nel corso dei decenni, i quadri e le installazioni Enrico Castellani conquistano critici e collezionisti. Le sue opere ambientali, come Ambiente bianco (1967) e Il muro del tempo (1968), estendono il concetto di pittura trasformando lo spazio in esperienza sensoriale. Accanto alle opere su tela, realizza anche opere su carta e serigrafie, strumenti con cui esplora le stesse dinamiche ritmiche delle estroflessioni ma in modo più accessibile e sperimentale.
La sua arte riceve negli anni riconoscimenti prestigiosi: nel 2010 Castellani viene insignito del Praemium Imperiale per la pittura, il massimo premio artistico conferito dalla Japan Art Association. A partire dagli anni Novanta, molte gallerie e musei dedicano retrospettive al suo lavoro, tra cui la Fondazione Prada a Milano, il Centre Pompidou di Parigi, il Guggenheim di New York e numerose istituzioni a Londra, Mosca e Tokyo. Nonostante la fama internazionale, Castellani rimane sempre fedele a un rigore formale e concettuale, evitando qualsiasi concessione alle mode passeggere.
Muore il 1º dicembre 2017 a Celleno, in provincia di Viterbo, dove aveva scelto di vivere e lavorare negli ultimi anni della sua vita. Oggi Castellani pittore è considerato una delle voci più pure e coerenti dell’arte concettuale europea.
Enrico Castellani opere
Nel vasto panorama dell’arte contemporanea, le opere di Enrico Castellani rappresentano una delle espressioni più originali e riconoscibili della seconda metà del Novecento. Il cuore della sua produzione sono le celebri tele estroflesse, superfici monocrome solcate da rilievi e ombre che mutano in base alla luce e alla posizione dell’osservatore. La loro apparente semplicità cela una costruzione complessa e minuziosa, basata su strutture sottostanti che modificano fisicamente la tela.
Ogni quadro di Enrico Castellani si presenta come un organismo vivo: la luce che si rifrange sulle sporgenze e le depressioni genera un ritmo visivo fatto di silenzi e accenti. Il bianco, il colore per eccellenza nella sua produzione, è scelto non per neutralità, ma per la sua capacità di esaltare al massimo il gioco tra luce e superficie. Non mancano opere in nero, argento, oro e rosso, sempre trattate con la stessa intenzione plastica e spirituale.
Accanto a queste, vi sono opere ambientali e installazioni — come Spartito e Obelisco — che espandono la ricerca dello spazio oltre i limiti del quadro, e una piccola ma significativa produzione di serigrafie e opere su carta, in cui Castellani trasla la sua poetica in forme più leggere ma non meno evocative.
Tutti questi lavori riflettono la visione di un artista che ha cercato di annullare il gesto soggettivo, superando l’informale e aprendo la strada a una pittura mentale, rigorosa e al tempo stesso vibrante di energia.
Enrico Castellani quotazioni
Nel mondo del collezionismo contemporaneo, le quotazioni di Enrico Castellani sono tra le più alte per un artista italiano del dopoguerra. Le sue opere su tela, soprattutto quelle monocrome estroflesse degli anni Sessanta, hanno raggiunto cifre a sei zeri nelle più prestigiose case d’asta internazionali come Christie’s, Sotheby’s e Phillips.
Un’opera di medie dimensioni (intorno ai 100x100 cm) può valere tra i 60.000 e i 100.000 euro, mentre i quadri di grandi dimensioni (oltre i 200 cm) possono superare facilmente i 200.000 euro, a seconda dell’anno, della tecnica e della provenienza. Alcune opere storicizzate hanno superato il milione di euro, soprattutto se documentate e presenti in cataloghi ragionati o mostre istituzionali.
Le opere su carta si collocano in una fascia più accessibile, oscillando generalmente tra i 5.000 e i 40.000 euro, mentre le serigrafie — spesso tirature limitate e numerate — si aggirano tra i 1.500 e i 3.000 euro, con picchi fino a 20.000 euro per edizioni particolarmente rare.
Fattori determinanti per la valutazione di un’opera di Castellani sono: l’anno di realizzazione (più è vicino agli esordi, più il valore cresce), la presenza in mostre importanti, la documentazione e l’autenticazione da parte dell’Archivio Castellani. Chi possiede un’opera dell’artista o intende investire nel suo lavoro, deve tenere in considerazione l’importanza dell’opera nel corpus generale dell’artista e il grado di conservazione. Le quotazioni di Enrico Castellani continuano a essere sostenute da una forte domanda internazionale e da un mercato stabile, rendendo le sue opere un punto di riferimento nel collezionismo di arte moderna.