Pittura colta

Roberto Barni

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Roberto Barni Pittore


Roberto Barni pittore

Roberto Barni è un pittore e scultore toscano annoverato tra gli esponenti del movimento Pittura colta, teorizzato dal critico Italo Mussa negli anni Ottanta. Nasce a Pistoia nel 1939. Nel 1959 inizia a dipingere i primi quadri astratti, usando legno, ferro, carta di giornale.
Al 1960 risalgono le sue prime esposizioni per lo più legate ad una figurazione di ambito Pop all'interno della denominata Scuola di Pistoia.
Nel 1962 espone il suo Necrologio. A Roma conosce Cesare Vivaldi, il quale lo invita a partecipare alla mostra Revort I - Documenti d'arte Oggettiva in Europa, a Palermo nel 1965. In questo periodo Roberto Barni si interessa ad un tipo di esperienza minimalista-concettuale che verrà poi superata quando con un'opera simbolica, Resurrezione del 1972 (10 anni dopo aver esposto il suo necrologio) ritorna alla storia e alla pittura. Dal 1966 al 1973 espone allo Zoom Studio di Pistoia, da Flori a Firenze, alla Selected Artist Galleries di New York, da Van de Loo a Monaco, da Charles Lienhrd a Basilea.
Nel 1976 usa per la prima volta il termine anacronismo, rivendicando che l'artista deve avere una visione dell'arte che sfugge al concetto di tempo: non è condizionata da esso o da tecniche e materiali della contemporaneità. Alcuni critici come Italo Mussa, Maurizio Calvesi e Marisa Vescovo cominciano a promuovere questa visione artistica, ma Roberto Barni non vuole essere associato ad un particolare movimento, preferendo la ricerca personale.
Dal 1980 al 1983 Roberto Barni esegue il ciclo iconografico Paternità. Nello stesso periodo dipinge una serie di tele della serie Le avventure del pensiero domestico, in cui appare per la prima volta l'uomo con gli occhi bendati, elemento fondamentale del dissidio umano e personaggio chiave nel percorso poetico di Barni.
In questi anni l'attività espositiva e la notorietà dell'artista pistoiese aumentano molto, arrivando a farlo esporre, oltre che in Italia, anche nelle principali città europee ed in America.
Nei primi anni ottanta espone al Festival dei due Mondi di Spoleto, a Firenze, a Milano presso la Galleria d'Arte dell'Ariete, a Parigi e nel 1985 a New York al Queens Museum ed allo Shape Gallery. Da questo momento i contatti di Barni con gli Stati Uniti non cesseranno più: l'artista partecipa infatti a grandi mostre internazionali come A new Romanticism a Washington D.C. e nell'Ohio, Avant-garde in the Eighties presso il County Museum a Los Angeles. In Europa partecipa alla Biennale di Venezia come scultore nel 1988, e alla Biennale di Scultura di Montecarlo. In questo periodo Roberto Barni comincia a dedicarsi sempre di più alla scultura e realizza le opere: Atto muto, Filastrocca, Vacina, Opposte Vedute.
Nel 1997 espone al Palazzo Fabbroni e al Museo di Belle Arti di Budapest, nel 1999 al Museo di Belle Arti di Reims.
Al 2000 risale la collettiva Fermentazioni con Antonino Bove, Giuseppe Chiari, Omar Galliani e Marco Nereo Rotelli presso il Palazzo Ducale di Lucca.
Dal 1999 al 2000 realizza diverse sculture, tra cui Continuo per la collezione di Daniel Spoerri a Seggiano e La grande Vacina per il Museo Pecci di Prato.
Nel 2001 ha collaborato con Alessandro Bagnai e Alessandro Poggiali, presentando le opere a Firenze e a Siena. Nel 2002 partecipa a mostre collettive come Something Happened alla Slovak National Gallery di Bratislava, La modernità della malinconia al Palazzo della Ragione a Verona.
Attualmente Roberto Barni vive e lavora a Firenze, continuando ad esporre in Italia e nel resto del mondo.

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