Impressionismo

George Elbert Burr

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George Elbert Burr Pittore


George Elbert Burr pittore

George Elbert Burr è stato un pittore e incisore americano, conosciuto principalmente per la serie di incisioni e puntesecche dedicate all'Ovest degli Stati Uniti e ai suoi paesaggi selvaggi e unici. Nato nel 1859 a Munroe Falls, in Ohio, ha passato nel grande stato del Midwest i suoi primi dieci anni di vita prima di spostarsi a Cameron, in Missouri, dove il padre aveva aperto un emporio.
Si forma sotto la guida della madre e si iscrive alla Chicago Academy of Design nel 1878, salvo ritornare alla casa paterna solo un anno dopo. Continuando a lavorare con il padre, ha iniziato il suo percorso artistico dedicandosi alle incisioni per l'Harper's, lo Scribner's Magazine, il The Cosmopolitan e il Frank Leslie's Weekly grazie al quale viaggia a lungo per gli Stati Uniti, approfondendo la conoscenza di quei paesaggi che diverrano il centro della sua poetica d'artista. Le sue illustrazioni sono state altresì pubblicate sul Volume II del John Muir’s Picturesque California, circostanza che ha contribuito alla sua crescita professionale e che l'ha portato a lavorare per diversi mesi, a cavallo tra il 1888 e il 1889, come inviato per l'Observer.
Il 1892 è un anno cruciale per la vita e le opere di Burr: ingaggiato dal ricchissimo uomo d'affari Heber R. Bishop, avvia il progetto per la realizzazione del catalogo illustrato della collezione di oltre mille pezzi di antichità in giada del filantropo, raccolta che sarà poi donata al Metropolitan Museum of Art di New York. L'incarico gli permette di raggiungere una certa stabilità economica che sfrutta imbarcandosi in un lungo tour dell'Europa della durata di cinque anni, insieme alla moglie Beth. È un periodo di febbrile attività per l'artista che visita l'Italia, la Germania e la Gran Bretagna, realizzando un'infinità di disegni, acquarelli e schizzi preparatori che diverranno la fonte primaria per la serie di incisioni su lastre di rame di viste e panorami europei a cui si dedicherà una volta rientrato in patria e che saranno esposte in molteplici esposizioni tra East e West Coast.
Una terribile influenza gli impone un periodo di riposo. Alla ricerca di un clima salubre, si reca a Denver in Colorado dove è rapito dagli scenari delle Montagne Rocciose. Qui nasce la serie di sedici incisioni - a cui sono abbinati sedici acquarelli - "Mountain Moods" dedicate all'Estes Park, rimasta celebre per l'innovativa composizione delle viste. Per Burr si trattò di un vero e proprio biglietto da visita con cui accreditarsi presso prestigiosi club artistici quali la New York Society of Etchers e la Brooklyn Society of Etchers (successivamente ribattezzata Society of American Etchers). È durante le estati passate a osservare le Montagne Rocciose, i profili smussati dalle intemperie e le valli selvagge che nasce la poetica di Burr, quell'iconografia che lo renderà famoso come uno dei più importanti incisori americani, a cavallo tra tra Ottocento e Novecento.
Nei rigidi inverni del Colorado, la cagionevole salute dell'artista non trova il clima adatto per la guarigione pertanto si sposta tra il Sud della California, l'Arizona e il New Mexico, alla ricerca di temperature più miti. Ma il richiamo del Colorado inizia a farsi sentire nel cuore di Burr che costruisce abitazione e studio al 1325 di Logan Street a Denver, indirizzo che per quindici anni rappresentò la vera e propria casa dell'artista dell'Ohio. La città è viva e Burr cresce personalmente grazie ai contatti con artisti e personalità quali Elizabeth Spalding, Charles Partridge Adams, Anne Evans e Henry Read.
Nel 1924 sono nuovamente le condizioni di salute a imporre a Burr e alla moglie l'ennesimo trasloco e a portare la coppia a Phoenix in Arizona. Il Grand Canyon State e i suoi paesaggi così iconici sono conosciuti dall'incisore che nel 1921 aveva già dedicato una serie, divenuta poi celebre, rinominata dagli esperti "Desert Set". Gli scenari dei deserti di Sonoran e Mojave, allargano lo spettro delle opere di George Elbert Burr, arricchendo e completando il suo stile. Tra queste ricordiamo la delicata "The Lana of mistery the desert", acquaforte in bianco e nero che ci conferma la maestria dell'incisore nel saper - oltre che fissare panorami - raccontare storie di spazi che si perdono a vista d'occhio, così fortemente americani, semplicemente inserendo l'elemento di una carovana che lenta attraversa la vista.
George Elbert Burr trascorrerà gli ultimi quindici anni della vita proprio a Phoenix dove viene ricordato come membro attivo della comunità ricoprendo la carica di presidente della Phoenix Fine Arts Association e partecipando con le sue opere a mostre e eventi pubblici. Il catalogo dell'artista si caratterizza per la varietà delle tecniche utilizzate che spaziano dall'acquarello, ai dipinti a olio, disegni a inchiostro e soprattutto incisioni che Burr realizzava personalmente. Alla sua morte, la moglie Beth si rifiutò di vendere l'intero inventario del marito per il timore - peraltro ben fondato - che i venditori potessero alzare i prezzi stabiliti dal marito. Una preoccupazione che incarnava un modo di interpretare l'arte e la vita che Burr riassumeva dicendo: "Il mondo è stato così gentile con noi, ho lavorato facendo quel che amavo fare, senza mai un pensiero, perché ci ha dato più denaro di quanto ne avessimo bisogno". Si spegne il 17 novembre 1939, all'età di ottant'anni, a Phoeinx e riposa al Clinton County Cemetery di Cameron, in Missouri. Al suo fianco l'amata Beth, la compagna di tutta la vita, morta quattro anni più tardi.
Oggi George Elbert Burr è considerato unanimemente come uno dei più raffinati incisori del primo Novecento. Le sue stampe sono presenti in un gran numero di autorevoli collezioni tra cui ricordiamo lo Smithsonian American Art Museum, il British Museum, il French National Print Collection, la Luxembourg Gallery, il Victoria and Albert Museum, il Fogg Museum, la New York Public Library e la Congressional Library nella capitale Washington, D.C. Le informazioni sulla sua vita privata sono piuttosto lacunose, obiettivo ricercato dall'artista stesso che soleva dire, a chi gli chiedeva se aveva intenzione di scrivere una biografia: "Il mio privato non deve importare al pubblico, è solo curiosità. Le mie opere rappresentano la mia vita ed è questa l'unica cosa che conta". La raccolta più completa e ampia delle opere di Burr può essere reperita alla A. Reynolds Morse Collection presso la Denver Public Library. La selezione comprende oltre trecento lavori dell'incisore, collezionati da Morse, industriale di Denver, meglio conosciuto per la sua collezione di opere di Salvador Dalì Collection confluite nel Dali Museum in Florida.

 

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